Giro di boa

Tempo di saluti a questo 2017, a cui mancano ancora poche ore di vita, poi passerà la palla pure lui ad un compagno più fresco e giovane, uno chiamato a fare grandi cose per il prossimi 365 giorni. E allora auguriamo buon anno alla nostra maniera, ma permetteteci un consiglio nella lettura delle prossime righe: mettetevi come sottofondo un classicone dei Pearl Jam, Wishlist, e perdonate se siamo troppo scontati.

Buon anno a chi ha spinto tutto l’anno, sempre in prima linea, scordandosi il motivo del suo agire ma non le sensazioni che ha provato.

Buon anno a chi ci ha provato, a chi ha messo la testa dove altri non avrebbero rischiato un piede.

Buon anno a chi si è visto venire addosso di tutto: palloni, avversari, badilate di fango, arbitri che sono umani e che perciò non vedono bene. Buon anno a chi ha retto e va ancora avanti, nonostante tutto.

Buon 2018 a quelli che sanno che punti e cicatrici bruciano, ma che fermarsi brucia ancora di più.

Buon anno a chi ha deciso di attaccare la linea e provarci, qualsiasi cosa abbia deciso di fare. E in qualsiasi modo sia andata, perché quando rischi di tuo rischi di farti male due volte.

Buon anno a chi si è rotto la faccia contro il muro, ben sapendo che il muro fa male, quando ci vai addosso.

Buon anno a chi è andato in meta, ma buon anno anche a chi il pallone è sfuggito proprio all’ultimo.

Buon 2018 a chi non si è visto, ma si è fatto sentire. Buon 2018 a chi ha capito che quelli che non si vedono è perché lavorano sottoterra, e allora una pacca sulle spalle, anche se non prevista, è sempre un qualcosa di dovuto e meritato.

Buon 2018 a chi ha passato la palla ed è andato a giocare in campi migliori. Buon 2018 a chi quella palla l’ha ricevuta e sa benissimo che sarà dura essere all’altezza, ma farà di tutto per non far rimpiangere l’altrui scelta.

Buon 2018 a chi ancora non ha capito, ma anche a chi ha capito male e sta ancora aspettando.

Infine, buon anno a tutti quelli che sanno che mancano poche ore al 2018. E solo un mese al Sei Nazioni.

“I wish I was as fortunate, as fortunate as me”

Giro di boa