Buon anno a chi ha spinto tutto l’anno, sempre in prima linea, scordandosi il motivo del suo agire ma non le sensazioni che ha provato.
Buon anno a chi ci ha provato, a chi ha messo la testa dove altri non avrebbero rischiato un piede.
Buon anno a chi si è visto venire addosso di tutto: palloni, avversari, badilate di fango, arbitri che sono umani e che perciò non vedono bene. Buon anno a chi ha retto e va ancora avanti, nonostante tutto.
Buon 2018 a quelli che sanno che punti e cicatrici bruciano, ma che fermarsi brucia ancora di più.
Buon anno a chi ha deciso di attaccare la linea e provarci, qualsiasi cosa abbia deciso di fare. E in qualsiasi modo sia andata, perché quando rischi di tuo rischi di farti male due volte.
Buon anno a chi si è rotto la faccia contro il muro, ben sapendo che il muro fa male, quando ci vai addosso.
Buon anno a chi è andato in meta, ma buon anno anche a chi il pallone è sfuggito proprio all’ultimo.
Buon 2018 a chi non si è visto, ma si è fatto sentire. Buon 2018 a chi ha capito che quelli che non si vedono è perché lavorano sottoterra, e allora una pacca sulle spalle, anche se non prevista, è sempre un qualcosa di dovuto e meritato.
Buon 2018 a chi ha passato la palla ed è andato a giocare in campi migliori. Buon 2018 a chi quella palla l’ha ricevuta e sa benissimo che sarà dura essere all’altezza, ma farà di tutto per non far rimpiangere l’altrui scelta.
Buon 2018 a chi ancora non ha capito, ma anche a chi ha capito male e sta ancora aspettando.
Infine, buon anno a tutti quelli che sanno che mancano poche ore al 2018. E solo un mese al Sei Nazioni.
“I wish I was as fortunate, as fortunate as me”